1. Quando hai decido di dedicarti alla musica e perché?
Mi dedico alla musica sin da bambino. Ricordo di aver composto la mia prima “canzone” quando ho ricevuto la prima chitarra. Non sapendo suonare, percuotevo le corde con il palmo della mano e sulla corda del mi basso ho trovato un piccolo riff che curiosamente ricordo ancora! Avrò avuto 7 anni… il motivo? Per il gusto di farlo e per esprimermi.
2. Quali sono stati i tuoi primi passi nel mondo della musica?
Intorno ai dieci anni ho studiato un po’ di chitarra classica per spostarmi poi all’elettrica, al jazz e infine alla composizione “classica”. Tutto sempre frammentario. Il mio primo vero passo, esponendomi al pubblico, lo ho fatto con la musicazione dal vivo di tre film muti in collaborazione con cineforum labirinto nel 2011/2012. Per passione ho registrato costantemente musica a casa mia… elettronica, acustica, un po’ di tutto.
3. Qual è il tuo genere musicale?
Al momento scrivo canzoni molto scarne, praticamente solo chitarra e voce. lo si potrebbe chiamare singer songwriter, lo fi, acoustic folk. Mi piace questo genere per la sua onestà e visceralita. Inoltre, essendo il cantautoriato ben radicato nella nostra cultura, con connotati sia positivi che negativi, offre un piano di lavoro condivisibile con il pubblico, una specie di tradizione con cui giocare.
4. Quali artisti hanno influenzato la tua scelta musicale?
Da pittore direi innanzitutto Van Gogh. Per il fatto che non nasconde nulla, le sue pennellate sono lì, ben visibili e distinguibili l’una dall’ altra. Eppure accostate le une alle altre creano un armonia miracolosa. In quello scalino, che è lì, sotto la luce del sole ma allo stesso tempo assolutamente invisibile, avviene la magia. Sul piano musicale Elliott Smith, per gli stessi motivi. Soprattutto i suoi primi album sono chitarra e voce direttamente su nastro ma aprono dei mondi. Ogni suo pezzo è un trucco da prestigiatore.
5. Ti stai già esibendo? Raccontaci se parteciperai a qualche evento o se hai in programma qualcosa di nuovo.
Con questo progetto non mi sono ancora esibito ma conto di farlo al più presto.
Ho in programma anche una mostra personale di quadri ispirati alla vegetazione della laguna veneta.
6. Cosa ne pensi dei Talent Show?
Strana domanda. Ammiro molto l’aspetto performativo della musica ma sono decisamente più incline alla riflessione e alla composizione musicale. I talent show sono soprattutto performance, credo, quindi non sono nel mio radar.
7. Cos’è la musica per te?
Per me la musica è un quadro, o una scultura nel tempo, se è registrata o scritta.
Oppure se è dal vivo o cerimoniale è una forma di amore se non di preghiera, una condivisione di un intervallo di tempo, reso puro.
8. Descrivi il tuo ultimo singolo con 3 parole.
Intimo, carezzevole, profondo.
Pipapop dice di me: “Lui si chiama Riccardo Buck e il suo primo disco sarà la nostra prima uscita autunnale. Dipinge canzoni e la sua musica è un tutt’uno con il personaggio: i suoni sono misurati come le sue parole, non c’è niente in più di quello che serve per far funzionare le sue canzoni.
Un album scarno, assemblato su un multitraccia a cassetta; materiale grezzo per la sua vena poetica, una manciata di tracce dalla maturità artistica veramente impressionante per essere una prima.”
9. Quando prevedi di uscire con un nuovo singolo o un nuovo album?
“Inward Crawl” è il titolo del mio primo disco che uscirà nelle principali piattaforme digitali il 30 settembre 2022 per l’etichetta veneta “Pipapop Records”. L’anteprima del video di “Big Fat Smile / Lamb Love”, il primo singolo tratto dall’album, è disponibile su IndieForBunnies.
10. Abbandoneresti l’Italia per vivere un’esperienza musicale all’estero?
l’idea non mi spaventa quindi ti risponderei “Anche sì”! In realtà ho vissuto parecchio tempo all’estero e sono rientrato ora dopo dieci anni fuori!
Segui Riccardo Buck sul Sito Ufficiale, Facebook e SoundCloud.
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