Quando hai deciso di dedicarti alla musica e perché?
L’ ho deciso a sedici anni. Facendomi comprare un basso dai miei, dopo aver sentito cd di Queen, RHCP, Pearl Jam, Nirvana… Il basso fu il mio primo strumento. Lo amo ancora. cantare mi piaceva fin da piccolo, per gioco, ma è arrivato poi, un pò alla bersagliera con il primo trio di amici, che un cantante non si trovava. Poi è arrivata la chitarra, scoprendo che apriva ad armonie creative ed alla scrittura di pezzi. Non ci siamo lasciati più. tra alti e bassi, momenti di stasi e simbiosi, è sempre con me.
Quali sono stati i tuoi primi passi nel mondo della musica? Raccontateceli.
Una band liceale, un trio grunge rock un pò punk un pò blues..insomma una bella avventura. Durata qualche anno, con concerti e tante canzoni inedite. The kids
of the kay hole, nome rubato a una canzone dei NOFX. Grandissimi ricordi, come il primo amore, non lo scordo mai!
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Qual è il tuo genere musicale?
Rock? Pop rock? indie rock? Non so se só davvero dirlo… scrivo canzoni lasciandomi condurre dalle melodie, da quel che succede nel testo che via via si crea.. Di certo mi piacciono le chitarre distorte, ma sono nate tutte acustiche, le mie canzoni. Intimamente. Mi piace non siano banali nei messaggi che trasportano; una canzone è un’occasione. Un’opportunità per dire qualcosa. Mi piace non siano lineari, nel costrutto melodico. Non sono un gran musicista, ma forse non sono male come autore di testi e melodie…
Quali artisti hanno influenzato la tua scelta musicale?
Tanti artisti rock, grunge, punk ed alternative dei bei tempi andati, di certo, ma sempre più il movimento underground e indie italiano. Certo pop fatto bene non lo disdegno affatto, se è di qualità e soprattutto con identità.
Hai mai pensato di mettere insieme una band per i live?
Ho militato in molti progetti come cantante, chitarrista o bassista, prima di averne uno mio. Con fortune alterne. ma con tutti mi sono divertito e ho imparato qualcosina!
Che cosa ne pensi dei Talent Show?
Non credo che la sfida tra artisti sia un veicolo di reale opportunità. Io non ho la natura per un’esperienza cosi tagliente. Credo ci sia posto un po’ per tutti, a diversi livelli. Ma di certo 3 minuti è poco per comprendere quale sia questo posto.
Cos’è la musica per te?
È un modo per star bene. Scrivere canzoni è una piccola preghiera, scrivo suel che voglio ricordarmi, portarmi dietro, canto per farmi coraggio, come si fa da bambini quando fa buio e stai tornando in bici. Cantare e suonare è un momento di libertà, un esorcismo delle cattive emozioni, un modo per salvarsi. Con me, ci è riuscita.
Descrivi il vostro singolo in 3 parole.
Onesto. Intimo. Analogico
Quando prevedi di uscire con un nuovo singolo o un nuovo album?
Il disco, K, contiene diverse canzoni. La fruizione musicale moderna prevede di snocciolarlo in pillole, perciò i prossimi singoli arriveranno a breve, svelando il disco un po’ per volta.
Abbandoneresti l’Italia per vivere un’esperienza musicale all’estero?
Certo! Amo l’Italia, amo il mondo. Un bel tour fuori può insegnare molto, creare opportunità, far vivere un’esperienza che potrebbe far nascere altri punti di vista. Su cui scrivere nuove canzoni.. 😉
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